Consumo di sale, pressione arteriosa e malattie cardio-renali: il ruolo della dieta a basso contenuto di sale
L’ipertensione arteriosa è una delle principali cause di patologie dell’apparato cardiovascolare e renale, quali la cardiopatia ischemica (angina pectoris, infarto del miocardio), l’ictus cerebrale (sia ischemico che emorragico) e le malattie renali croniche (nefropatia scleroipertensiva). L’eccessivo introito giornaliero di sale è il principale responsabile dell’insorgenza di ipertensione arteriosa. E’ stato stimato che una diminuzione universale dell’introito di sale di 5-6 grammi al dì potrebbe portare ad una riduzione del 50% del numero delle persone aventi bisogno di terapia antipertensiva, del 22% dei decessi provocati da ictus e del 16% dei decessi per malattie cardiache coronariche. Per cercare di prevenire le patologie correlate ad un eccessivo consumo di sodio, l’OMS ha sviluppato un’intensa attività di studio che ha portato, tra l’altro, a raccomandare un introito giornaliero pro capite di sale inferiore a 5 grammi. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), ogni giorno l’adulto italiano assume con l’alimentazione in media circa 10 g di sale, un valore di quasi dieci volte superiore a quello fisiologicamente necessario. La diminuzione dell’introito giornaliero di sale (vedi dieta iposodica) può essere effettuata sia attraverso una riduzione dell’apporto discrezionale di sale (quello aggiunto manualmente come condimento dei cibi), sia attraverso una riduzione dell’apporto non discrezionale (quello contenuto negli alimenti). Molti sono gli alimenti che hanno un’elevata concentrazione di sale ma non tutti, fortunatamente, sono presenti quotidianamente nella dieta. Sono descritti alcuni importanti consigli per una corretta dieta iposodica.
Consigli per una dieta iposodica (a basso contenuto di sale)
Evitare il sale negli alimenti durante la cottura (al massimo un po’ sul cibo già cotto e impiattato);
Evitare il sale su carne e verdure;
Evitare il pesce conservato sottosale come le alici, le sardine, il baccalà e lo stoccafisso;
Evitare formaggi stagionati (parmigiano reggiano, grana padano, pecorino, ecc) preferendo i formaggi freschi e/o i latticini (ricotta, mozzarella di vacca, mascarpone, yogurt);
Evitare i salumi ed i cibi in scatola (preferibile utilizzare i legumi secchi);
Le rare volte che si assumeranno cibi in scatola occorrerà sgocciolarli e lavarli per bene poiché l’acqua di questi prodotti è ricca di sale;
Comprare il pane senza sale facendolo preparare dal proprio fornaio oppure acquistandolo nei supermercati;
Comprare cracker e grissini senza sale esistenti in commercio;
Evitare patatine fritte, arachidi o salatini vari;
Per rendere il cibo più appetibile utilizzare le varie spezie (peperoncino, salvia, rosmarino, menta) ma non le varie preparazioni già pronte che sono addizionate di sale.
Referenze
Joint WH0/FAO Expert report on diet, nutrition and the prevention of chronic disease. Executive Summary who.int.
WHO European Action Plan for food and nutrition policy 2007-2012. http://www.euro.who.int/Document/E91153.pdf
Ministero delle politiche agricole e forestali, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Linee guida per una sana alimentazione italiana (revisione 2003).
De Nicola L et al “Achievement of Target Blood Pressure Levels in Chronic Kidney Disease: A Salty Question?” Am J Kidney Dis 2004; 43 (5): 782-95.
Tuccillo et al “L’ipertensione arteriosa nell’uremico in emodialisi: importanza dell’intake di sale” Giornale Italiano di Nefrologia / Anno 22 n. 5, 2005
Bibbins-Domingo K “Projected effect of dietary salt reductions on future cardiovascular disease.” N Engl J Med. 2010 Feb 18;362(7)
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